mercoledì 13 luglio 2016

AREE EX FALCK le "BIZZE" di Renzo PIANO


COMUNICATO STAMPA

 

Il futuro delle ex aree Falck e di conseguenza la città di Sesto San Giovanni sono ormai sotto i riflettori da mesi. 

Paolo Vino
Segretario Politico
Lista Civica Giovani Sestesi
La prima considerazione importante da fare è che Il consiglio comunale su questo tema  si è svolto grazie alla richiesta partita dalla Lista Civica Giovani Sestesi e condivisa e sottoscritta  dai Consiglieri Lamiranda (PDL), Di Stefano (PDL) Franciosi (M5S) e Pennasi (x il PD).  È grave che sindaco e giunta non abbiamo sentito l'esigenza di farlo.

Altrettanto grave è  il fatto che il senatore architetto Renzo Piano, non abbia sentito il bisogno di venire a spiegare  in consiglio comunale  (come fece per la sua presentazione) , i motivi reali che l’hanno spinto a fare dichiarazioni sulla sua rinuncia.

A voler  essere maliziosi sembra che questo abbandono abbia più il sapore di un'uscita concordata che di una rinuncia unilaterale. Sorge quasi il sospetto che lo stesso Sentore Renzo Piano, si sia reso conto dell'insostenibilità e della impossibilità di realizzare complessivamente quanto da lui disegnato. Un progetto con una totale assenza di un disegno urbanistico relazionato alla città costruita. Quello che emerge , è che ci troviamo di fronte ad una proposta che accentuerà il divario tra il vecchio e il nuovo, snaturerà la storia e la cultura di Sesto, periferizzandola a Milano. 

Siamo sulla strada di diventare il decimo municipio di Milano, con l'aggravante che il  capoluogo lombardo tenderà a scaricare su di noi tutte le tensioni urbanistiche. 

Inoltre, il sindaco in campagna elettorale aveva promesso di rivisitare il progetto, proprio sulla quota commerciale, e poi tutto ad un tratto esalta l'ingresso degli arabi e la realizzazione di questo immenso centro  commerciale, spiegando che si tratterà di qualcosa di diverso come è ovvio che sia, altrimenti morirebbe ancor prima di nascere. 

La sinistra in maggioranza, che parla sempre di città del lavoro e della produzione e poi non è stata in grado di  difendere, nessuna presenza produttiva, tantomeno l'ipotizzato centro di ricerca, formazione e produzione di energia alternative. Ma che fine ha fatto l' Hotel Industrielle? E lo spostamento della stazione, nodo centrale per risolvere il problema del collegamento est- ovest? Cosa è rimasto  della città della Ricerca e della Salute?

Le ultime notizie dicono che la ricerca sarà trasferita sull’aree Ex EXPO e che qui rimarrà solo la parte ospedaliera, bene allora siamo seri chiamiamolo polo ospedaliero, che rende meglio. A parer nostro tutto questo scenario, è ulteriormente aggravato dalla totale assenza di una minima progettazione della viabilità, vero e  drammatico problema della città e in particolare già oggi di quella zona. 

Cerchiamo di essere concreti e affrontiamo questo problema, ripensando scelte sbagliate e irrealizzabili, altrimenti ne saremo travolti. 

Forse sta proprio qui il motivo dell'abbandono e della resa di Renzo Piano. 

Si è accorto che la sua creatura l'avrebbe divorato.

 

Paolo Vino

Segretario Politico

Lista Civica Giovani Sestesi

martedì 12 luglio 2016

Consiglio Comunale del 11 Luglio 2016 “Aree ex Falck” Intervento del Consigliere Comunale Paolo Vino


 
Consiglio Comunale del 11 Luglio 2016

“Aree ex Falck”

Intervento del Consigliere Comunale Paolo Vino

 

 

Buonasera a tutti,

sig. Presidente, sig. Sindaco, sig. assessori, sig.ri consiglieri, ospiti di questa sala e cittadini,

 

Innanzi tutto desidero ringraziare quanti insieme a noi della Lista Civica Giovani Sestesi hanno sostenuto e voluto questo incontro, mi riferisco al  pdl,  al movimento 5 stelle e al pd. Chiedo scusa invece a rifondazione se non sono riuscito a contattarli.

Questo mi porta inevitabilmente a fare una prima importante considerazione. 

 
Questo consiglio abbiamo dovuto richiederlo noi , raccogliendo le firme. E' grave, a parer mio, che il Sindaco e la giunta, su un tema così delicato , come quello sul  futuro delle ex aree Falck, non abbiano sentito il dovere di farlo.

 

Altra considerazione da fare è che: 

quello che sappiamo l'abbiamo appreso  dalla stampa con l'intervista dell'architetto Piano, che annunciava il suo abbandono e con la risposta del sindaco.

 

Permettetemi di dire che Tutto si è svolto in modo surreale, come se i protagonisti di questa vicenda parlassero di cose lontane e distinte da Loro. 

Eppure ci troviamo a che fare con un progettista di fama mondiale, che abbandona perchè con l'ingresso della cordata araba, che ha rilevato la quota commerciale, paventa lo snaturamento del suo progetto. 

Tutto questo è singolare, come è singolare, il fatto che il senatore architetto Renzo Piano, non abbia sentito il bisogno di venire a spiegare  a questa assemblea (come fece per la sua presentazione) , i motivi reali che l’hanno spinto a fare dichiarazioni della sua rinuncia.

Non voglio essere malizioso, ma a me sembra che questo abbandono abbia più il sapore di un'uscita concordata che di una rinuncia unilaterale, almeno per quanto attiene la parte più critica e diciamolo meno nobile del progetto. 

E se mi sbaglio, come spero, mi viene il sospetto che lo stesso Sentore Renzo Piano, si sia reso conto dell'insostenibilità e della impossibilità di realizzare complessivamente quanto da lui disegnato. 

Anche perché le criticità progettuali ci sono e sono tante. Innanzitutto la totale assenza di un disegno urbanistico relazionato alla città costruita. 

Quello che emerge , è che ci troviamo di fronte ad una proposta che accentuerà il divario tra il vecchio e il nuovo, snaturerà la storia e la cultura di Sesto, periferizzandola a Milano. 

Siamo sulla strada di diventare il decimo municipio di Milano, con l'aggravante che il  capoluogo lombardo tenderà a scaricare su di noi tutte le tensioni urbanistiche. 

Strani i personaggi protagonisti di questa vicenda: Bizzi vende agli arabi, la quota commerciale disegnata da Piano, quest'ultimo si lamenta , ma con chi? 

Dovrebbe farlo con se stesso. 

Il sindaco che in campagna elettorale promette di rivisitare il progetto, proprio sulla quota commerciale, e poi esalta l'ingresso degli arabi e la realizzazione di questo immenso centro  commerciale, spiegando che si tratterà di qualcosa di diverso come è ovvio che sia, altrimenti morirebbe ancor prima di nascere. 

Lo stesso sindaco e la maggioranza che ci sberleffano quando proponiamo lo stadio, 

che voleva dire, dare alla città di Sesto San Giovanni una identità Nazionale per non dire Internazionale, denigrandolo come luogo di una moderna Bengodi, che avrebbe snaturato Sesto , e poi esaltano il centro e il parco divertimento previsto dalla proposta. 

La sinistra in maggioranza, che parla sempre di città del lavoro e della produzione e poi non è stata in grado di  difendere, nessuna presenza produttiva e tantomeno l'ipotizzato centro di ricerca, formazione e produzione di energia alternative. Ma di cosa parliamo. 

Ricordo bene quando Piano, presentò in pompa magna l' Hotel Industrielle. 

Proposta avveniristica e per quanto mi riguarda di complessa, se non difficile realizzazione. Bene che fine ha fatto. 

Così dove è finito lo spostamento della stazione, nodo centrale per risolvere il problema del collegamento est- ovest. Qualcuno aveva dichiarato che i lavori sarebbero partiti un anno dopo la sua approvazione era il 2008

Così come ci chiediamo,  della città della salute della ricerca, cosa è rimasto? Adesso apprendiamo , sempre dalla stampa di un ulteriore accordo tra Bizzi e Piano, per le realizzazione della nuova stazione 1° Maggio.

Perdonatemi, ma sembra di assistere al calciomercato, dove giocatori che firmano contratti pluriennali, alla fine della prima stagione agonistica, chiedono la rivisitazione in aumento, minacciando l'abbandono.  

A noi ormai  considerati semplici spettatori, si chiede solo di assistere alla partita e tifare. 

No, noi non ci stiamo caro Sindaco.     

Così come ci chiediamo,  della città della salute della ricerca, cosa è rimasto? Indiscrezioni dicono che la ricerca sarà trasferita sull’aree Ex EXPO e che qui rimarrà solo la parte ospedaliera, bene allora siamo seri chiamiamolo polo ospedaliero, che rende meglio. Appena firmato il primo protocollo chiedemmo a lei Sig. Sindaco un impegno ben preciso: che con cadenza programmata venisse in consiglio a riferire lo stato di avanzamento lavori, le modiche qualora ci fossero state e le novità o le problematiche che avrebbero intaccato il progetto di città della Salute e della Ricerca.

Tutto questo scenario, è ulteriormente aggravato dalla totale assenza di una minima progettazione della viabilità, vero e  drammatico problema della città e in particolare già oggi di quella zona. Scendiamo con i piedi per terra, e affrontiamo questo problema , ripensando scelte sbagliate e irrealizzabili, altrimenti saremo travolti dalle varianti, che sono un' arma che i proprietari utilizzano sempre e quasi sempre con successo , per loro naturalmente. 

Forse sta proprio qui il motivo dell'abbandono e della resa di Renzo Piano. 

Si è accorto che la sua creatura l'avrebbe divorato.

Dopo tutte queste considerazioni vorrei concludere il mio intervento  condividendo e sottoponendo alla vostra attenzione un articolo di giornale che, nel preparare questo intervento ho trovato nel mio archivio il cui titolo è:
 
" Faremo delle ex falck la mecca dello shopping" nei progetti di bizzi 90mila metri di negozi. 

 

Ciò che sorprende però è la data:

26 novembre 2010.

Quindi, era tutto già deciso 6 anni fa...
Credo che questo dovrebbe farci riflettere. 

 

Grazie a tutti per l'attenzione 

Consiglio Comunale AREE EX FALCK 11-07-2016